The type of taste alteration could help predict COVID-19 severity

University of Bari

It has been known that taste dysfunctions occur in a large number of COVID-19 patients. and that self-reported taste loss may have a more important prognostic significance than other COVID-19 symptoms (fatigue, fever or cough). In order to identify which taste disorders are most compromised in mild and moderate COVID-19 patients and determine whether the alteration of a particular taste is a sign of more severe clinical manifestations, researchers from the University of Foggia, University of Bari and University of Ferrara compared IL-6 (proinflammatory mediator) levels in mild and moderate COVID-19 patients with the type (quantitative or qualitative) of taste disorders.

The study involved 208 COVID-19 patients showing only taste dysfunctions, who were categorized into mild and moderate groups. The evaluation of the taste disorder was carried out using a survey and IL-6 levels were measured through laboratory analysis. According to the findings of the study, umami, bitter and sweet taste dysfunctions are more severe in moderate patients than in mild ones, and taste dysfunctions of sweet, bitter and umami associated with parageusia (an altered taste perception, more often unpleasant with external stimulus) could be considered indicators of the more severe forms of COVID-19.

These findings suggest that the type of taste alteration, being correlated to the levels of inflammatory mediators such as IL-6, could serve as a prognostic index of the course of the coronavirus disease.

È noto che le disfunzioni del gusto si verificano in un gran numero di pazienti affetti da COVID-19. e che la perdita del gusto auto-riferita può avere un significato prognostico più importante rispetto ad altri sintomi di COVID-19 (stanchezza, febbre o tosse). Al fine di identificare quali disturbi del gusto sono più compromessi nei pazienti con COVID-19 lieve e moderato e determinare se l’alterazione di un particolare gusto sia segno di manifestazioni cliniche più gravi, i ricercatori dell’Università di Foggia, Università di Bari e Università di Ferrara confrontato i livelli di IL-6 (mediatore proinfiammatorio) in pazienti con COVID-19 lieve e moderato con il tipo (quantitativo o qualitativo) di disturbi del gusto.

Lo studio ha coinvolto 208 pazienti COVID-19 che mostravano solo disfunzioni del gusto, che sono stati classificati in gruppi lievi e moderati. La valutazione del disturbo del gusto è stata effettuata utilizzando un sondaggio e i livelli di IL-6 sono stati misurati attraverso analisi di laboratorio. Secondo i risultati dello studio, le disfunzioni del gusto di umami, amaro e dolce sono più gravi nei pazienti moderati rispetto a quelli lievi e le disfunzioni del gusto di dolce, amaro e umami associate a parageusia (una percezione alterata del gusto, più spesso sgradevole con stimolo esterno ) potrebbero essere considerati indicatori delle forme più gravi di COVID-19.

Questi risultati suggeriscono che il tipo di alterazione del gusto, essendo correlato ai livelli di mediatori infiammatori come IL-6, potrebbe fungere da indice prognostico del decorso della malattia da coronavirus.

 

Reference: Cazzolla AP, Lovero R, Spirito F, Di Cosola M, Santacroce L, Lo Muzio E, Ciavarella D, Dioguardi M, Crincoli V, Pepe M, Varraso L, Contino R, Di Serio F, Lo Muzio L. Evaluation of qualitative and quantitative taste alterations in COVID-19. Bosn J of Basic Med Sci [Internet]. 2022Jul.7 [cited 2022Oct.23];. Available from: https://www.bjbms.org/ojs/index.php/bjbms/article/view/6973

Editor: Merima Bukva, MPharm

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